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Maruska Albertazzi è nata a Bologna nel 1976. Diplomata in Florida, laureata in Comunicazione di Massa a Bologna, giornalista professionista, ha lavorato prima come attrice e aiuto regista in teatro e, in seguito, come giornalista televisiva, sceneggiatrice, autrice e infine regista.

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Io, autistica?


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Ho il cervello difettoso ma ci faccio meraviglie
“SAFE FOOD” anyone?

“SAFE FOOD” anyone?

  • Novembre 21, 2022

“Recentemente è stato ipotizzato che i DCA e l’autismo condividano difficoltà e stili cognitivi simili. Studi epidemiologici recenti (effettuati sulla popolazione americana ndr) hanno evidenziato che circa il 25% delle donne affette da anoressia nervosa restrittiva superano il cut-off nei questionari per l’ASD (Autism Spectrum Disorder).”

Inizia così l’abstract dell’articolo scientifico (lo trovate scaricabile qui sotto) che ha indagato la correlazione tra autismo e disturbi alimentari in una popolazione di pazienti italiane e che ha esteso questa correlazione agli altri DCA, non solo l’anoressia nervosa, scoprendo che nel gruppo con tratti...

L’anoressia e la realtà che non è

L’anoressia e la realtà che non è

  • Novembre 11, 2022

Finché non ci mettiamo in testa che l’anoressia nervosa è una malattia psichiatrica grave, non ne usciamo. Una malattia psichiatrica che è a tutti gli effetti una psicosi, perché ci nega la possibilità di vedere la realtà per com’è. L’anoressia nervosa è un’allucinazione mascherata da pensiero logico. E’ pazzia pura in disguise. Pazza. Fa paura questa parola, eppure bisognerebbe avere il coraggio di usarla per l’anoressia. Pazza. Perché non può che essere pazza una persona che si suicida lentamente senza averne la reale percezione. Perché quando sei lì, con in...

Io, autistica?

Io, autistica?

  • Ottobre 27, 2022

Ci sono un sacco di falsi miti in giro sulle persone autistiche e la narrazione delle serie tv non aiuta per niente. Nelle persone di sesso femminile, poi, addio proprio.

La verità è che le donne autistiche esistono tanto quanto gli uomini ma il fatto che siano mediamente più abili a livello cognitivo le rende anche più “invisibili”.

Oggi, durante il primo colloquio di valutazione per la diagnosi, il dottor Moscone ha usato più volte il termine “Aspie”, riferendosi a me. Anche se non ho ancora una diagnosi formale, ho motivo di...

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